Il Surf...una passione che cresce pian piano,Scoperta in Toscana nel meraviglioso golfo di Follonica..ovviamente la filosia è quella giusta: Viaggiare per tutto il mondo alla ricerca dell'onda perfetta.

lunedì, gennaio 30, 2006


Autore: NICK DRAKE Titolo: Pink Moon Anno: 1972 Genere: songwriter Etichetta: Island
Spagna. Costa del Sol. Estate 1971: tra le onde e gli spruzzi, la musica ad alto volume sparata dagli stabilimenti balneari, i turisti chiassosi, le spiagge bruciate dal sole africano, qualcuno siede solo. In disparte, silenzioso e per nulla abbronzato. E' un bel giovanotto inglese, ha appena 23 anni. Alto, moro, ben vestito. Una bellezza d'altri tempi, da ottocentesco nobiluomo di campagna. Non parla con nessuno, ha un'aria assente, imbronciata. Fissa qualcosa all'orizzonte: un particolare, un suono trasparente che aleggia tra le nuvole. Un ricordo che deve essere afferrato. La musica è ovunque e lui è lì per questo. Cantautore in cerca d'ispirazione, Nick Drake è ospite della bella villetta sul mare messa a disposizione dal boss della sua casa discografica. Tutto sta per decidersi.Chris Blackwell, capo della Island, è quel signore distinto che crede in lui, nonostante le sfortune commerciali. Già, perché Drake ha pubblicato due album in patria, "Five Leaves Left" (1969) e "Bryter Layter" (1970): due meravigliosi gioielli di folk acustico, barocco e malinconico, superbamente arrangiati con l'ausilio della crème dei musicisti folk di allora. Perle che però non hanno venduto quasi nulla, purtroppo. Forse per la leggendaria timidezza dell'autore, che si rifiuta categoricamente di fare pubblicità o promozione: soltanto una breve intervista in tutta la carriera, pochissimi e tribolati concerti, finiti spesso con una mezza fuga dal palco. Forse è semplicemente colpa della sfortuna: il pubblico, infatti, premia in quello stesso periodo gente come Cat Stevens, affine per certi versi alla sua sensibilità musicale. Ma per Drake, brillante tanto quanto (e molto più di) lui, non sembra esserci spazio.
Ottobre 1971: le idee sono riordinate. E' tempo di ripartire alla volta di Londra. Nick ha in mente qualcosa di nuovo e molto diverso dai suoi album precedenti: un disco fatto di sola voce e chitarra. Durante il "ritiro" spagnolo ha elaborato diverse idee, ora ha bisogno di metterle su nastro. Subito.Telefona al fido tecnico del suono John Wood, l'unico engineer rimasto sempre al suo fianco in sala di registrazione, e gli comunica le sue intenzioni. John, che ha avuto precise istruzioni dalla Island ("registrare qualsiasi cosa proponga Nick"), accetta di buon grado l'incarico e fissa una data.Drake fa il suo ingresso agli studi verso mezzanotte, con lui ha soltanto l'amata chitarra acustica, quella Guild che faceva già bella mostra di sé sulla copertina di "Bryter Layter". Si sistema, fa un respiro profondo e attacca, una dopo l'altra, tutte e undici le canzoni che faranno parte del disco.C'è un silenzio quasi innaturale. John è ammutolito dalla bellezza di quei brani, estasiato dallo spleen che trasuda da ogni solco. La seduta non dura che un paio d'ore: finita la session, Nick si alza e lascia la stanza. Si recherà nuovamente agli studi due giorni dopo, per aggiungere una parte di pianoforte minimalista alla title-track. Tutto il resto è superfluo, non ha più importanza ormai.Con i suoi trenta minuti scarsi, "Pink Moon" è uno degli album più intensi del folk acustico britannico e, allo stesso tempo, uno dei migliori nella storia dei "cantautori". Tanto breve e spoglio quanto denso di mille significati. Il disco rivela più dei precedenti chi sia veramente Nick: per concepirlo egli combatte un'ultima volta contro i demoni della depressione che da anni lo attanagliano, riuscendo per una volta a domarli. "Pink Moon" è l'ultima luce. Dopo, soltanto l'oblio.
La luna rosa è, secondo la tradizione cinese, portatrice di sciagure. Questo è il colore che assume durante l'eclissi. Drake sembra conscio della sventura alle porte e nel testo che dà il titolo all'album profetizza: "L'ho visto scritto e l'ho visto dire/ la luna rosa è in cammino/ e nessuno di voi starà così in alto/ la luna rosa vi prenderà tutti". Il dolcissimo accompagnamento di chitarra, fatto di accordature aperte (alla maniera di Bert Jansch, Davey Graham, Donovan, Bob Dylan e Joni Mitchell) vorrebbe esorcizzare il male, quei pochi e sensuali accordi di pianoforte sottolineano lo stato d'animo in cui si trova: sospeso su una stella, in una dimensione ultraterrena."Place To Be" è la seconda traccia. Gli arpeggi circolari della Guild formano un unico flusso di coscienza. I ricordi dell'adolescenza, quando era "giovane", "forte", "pieno di luce" eppure ancora incapace di affrontare "la realtà a viso aperto". Nick conserva un tenerissimo ricordo della sua famiglia: Rodney, il papà (commerciante di legname), la madre Molly (poetessa e musicista dilettante), quindi la sorella maggiore Gabrielle (futura attrice di cinema e Tv). Ciascuno di loro aveva dato tutto l'affetto possibile al giovane Nick, coprendolo di attenzioni, esaudendo ogni suo desiderio. E poi la dimora familiare, "Far Leys": quella grande villa a due piani, coperta di mattoni rossi, con il giardino e le colline del Warwickshire in lontananza. Quante canzoni sussurrate all'ombra di quegli alberi, quante speranze racchiuse a Tanworth In Arden, tre ore da Londra…Nick ha ancora bisogno di una guida, maschile o femminile che sia, non ha importanza. "Una strada da percorrere "fino in fondo", come racconta in "Road". Sembra quasi nutrire in sé un'ultima speranza di rivalsa verso quel mondo di vincenti, capaci di vedere il sole senza temere nulla.
Il pessimismo cosmico che alimenta la sua poetica è stemperato dai bei momenti chitarristici: cerchi concentrici, arpeggi caldi, pieni di arcana serenità. In "Which Will" si rivolge a qualcuno, ancora una presenza teoricamente risolutiva cui Drake chiede: "Chi vorrai?/ chi amerai?/ chi sceglierai tra le stelle lassù?/ Per chi danzerai?/ Chi ti farà risplendere?". E' commovente il suo tono di voce quando l'ipotesi diventa "se non sceglierai me". Nick ormai è cosciente del muro che ha innalzato nei confronti della società in anni di non-comunicazione. La presenza evocata dal brano pare ormai celeste, ultraterrena. Dopo lo strumentale "Horn", nel quale spetta alla chitarra cantare l'inadeguatezza, il grido strozzato di una psiche in frantumi, arriva "Things Behind The Sun".Si tratta del punto più lirico e teso del disco: Nick prende per la prima volta il coraggio a quattro mani e sceglie di dire la verità. Sul mondo che a lui non piace, fatto di opportunisti, arroganti e superficiali; saputelli troppo cresciuti, dispensatori di una bellezza effimera, "presa in prestito".Drake esorta l'ascoltatore (ma è come se parlasse di fronte allo specchio) a guardarsi da tutto ciò. Usare la sincerità per essere rispettati, senza troppa fretta o saggezza, rimanendo semplicemente se stessi. Evitare la timidezza ed esprimersi, far entrare la luce del sole per poter finalmente correre felici. Questo è il testamento di Nick, seguito dalle note aspre e severe della sua acustica.
Dopo tanta verbosità, ecco un altro episodio scheletrico, "Know". Qui c'è tutto lo straordinario senso del blues posseduto dal cantautore: "Sappi che ti amo/ sappi che non mi importa/ sappi che ti vedo/ sappi che non sono lì". Evanescente come mai prima d'ora, Drake s'improvvisa Robert Johnson e ulula il suo ricatto alla luna. "Parasite" fornisce l'ennesima conferma al senso di inadeguatezza dell'artista. In punta di plettro, Drake sibila: "Dai un'occhiata e mi potrai vedere per terra/ perché sono il parassita di questa città". Il pensiero va forse a una vecchia fiamma che gli fa compagnia, che ha provveduto al suo sopravvivere. Una presenza rassicurante che però, stufa del suo essere altrove, smette di prendersi cura di lui. E Nick vaga per la "linea nord", fissando "le scarpe tirate a lucido". Incapace di darsi una risposta, reo confesso di non aver saputo dare a chi chiedeva un po' d'amore.In "Ride" si prende addirittura gioco di questo presunto personaggio, dichiarando di conoscerlo fin troppo bene: "M'importa di te/ mi piace studiare tutte le foto che tieni sul muro/ e tutte le persone che verranno al tuo ballo/ ma adesso ascoltami/ non mi daresti un passaggio gratis?".Nick Drake fa il pagliaccio, ma è senza maschera, il gioco sta per finire. C'è sempre meno tempo.Il giro di vite si fa insopportabile: "Cadendo veloce/ cadendo libero/ vai in cerca di un amico/ cadendo veloce/ cadendo libero/ questa potrebbe essere la fine". Drake prevede ancora la disfatta, ma stavolta sembra sereno: di quella stoica, epicurea calma che ricorda il filosofo Seneca e il poeta latino Lucrezio. Entrambi morti, anche se per ragioni diverse, suicidi.
Il sogno paradisiaco di Drake è tutto nell'ultimo brano, "From The Morning". Finalmente è in grado di vedere una magnifica alba. Finalmente cessa di aver paura della notte, che acquista un'"aria bellissima". Si alza dal suo letto e vede davanti nuovi "percorsi colorati e senza fine". Ancora una volta il candore, l'innocenza di Drake ti fa piangere.
"E ora sorgiamo/ e siamo ovunque/ e ora sorgiamo dalla terra, guardala lei volare/ anche lei è ovunque/ guardala volare tutt'intorno adesso osserva bene tutto questo/e le notti estive e senza fine, e vai a fare il gioco che hai imparato/dal mattino".
"Pink Moon" esce il 25 febbraio 1972. Nonostante il discreto impegno della Island, venderà ancora meno degli album precedenti. Drake decide di lasciare per sempre Londra e fare ritorno a casa dei suoi genitori a Tanworth. Continua come in passato a soffrire di depressione. Dopo l'ennesimo collasso nervoso, i suoi lo affidano alle cure dei medici che, a loro volta, somministrano forti dosi di antidepressivi. Smette di lavarsi, di cambiarsi i vestiti. Anche a quei pochi amici (fra tutti John Martyn e sua moglie Beverley) dà l'aria di un clochard. Compie lunghi viaggi solitari in macchina.
Nel 1974 registra un'ultima manciata di brani, poi parte per la Francia col desiderio di incontrare l'amata cantante Françoise Hardy. Nessuno è in grado di riferire con esattezza le dinamiche dell'incontro, forse mai consumato. La notte del 24 novembre è di nuovo a casa. Si addormenta presto. Nel giradischi i "concerti brandeburghesi" di Bach, sul comò il "mito di Sisifo" di Camus. E' la madre a trovarlo esanime il giorno successivo. Una triste fine per un genio morto d'amore.
Nick Drake aveva messo tutta vita nei suoi dischi, l'unico maniera che aveva di comunicare con il mondo esterno. Il resto non gli interessava. La sua esistenza brillava in un empireo celeste, fatto di cose semplici come gli alberi, il mare la luna e le foglie. Soltanto le sue canzoni fornivano appigli per decifrarne l'anima, trovarne il segreto patimento. Purtroppo la sua arte non è stata compresa. Ignorandola si cancellava ogni speranza. La sua chitarra ammutoliva per sempre.

domenica, gennaio 15, 2006

Mappa del nuovo mondo

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,

e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri Vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato

per tutta la vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,

le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.

Derek Walcott

martedì, ottobre 25, 2005

Che ridere!!

Devo dire che appena l'ho vista ho riso un cifro..Bella YO!!
Ing. sbrigati a laurearti che il campo di battaglia si fa sempre più duro.

domenica, ottobre 16, 2005

La mia scelta l'ho fatta


Per favore qualcuno porta questo voto al mio comune...
Votare è importante!!:)

lunedì, ottobre 10, 2005


Oggi finalmente ho cominciato a fare il mio lavoro..faccio un p� di regolazioni come si deve:-).. Posted by Picasa

domenica, ottobre 02, 2005

Meglio tardi che mai!!


Lo so che sono passati un pò di giorni dal mio ultimo post..
Lo so che in fondo potevo anche perdere 5 minuti e farmi sentire..
Ma che ci volete fare cari surfisti..Stavo aspettando l'onda giusta;-)..E dunque eccomi di nuovo qua, per scrivere le mie avventure in questa terra (il molise) che sembra abbondonata un pò a se stessa..ma è perfetta quanto a costa e onde da cavalcare..
Che dire ho passato i primi 3 giorni a cercare una piccola casetta, girando tra le viuzze della città vecchia e il centro vero e proprio di termoli..kilometri fatti a cercare qualche cartello del tipo "affittasi appartamento arredato nuovo zona centro"..e in effetti, ne ho trovati un bel pò..perciò sono riuscito anche a scegliere qualcosa che possa andare bene ad un surfista..
Oggi ho avuto una domenica di riposo e perciò sono scappato al mare a due passi da casa mia..ebbene c'erano altre persone con il telo da mare che prendevano il sole, e così mi sono sdraiato anch'io..d'altronde domani mi aspetta un dura giornata nel posto che vedete in foto..

Un paio di dati tecnici per gli Ingegneri che sono in ascolto..La centrale a ciclo combinato di termoli è di 800 MW e rifornirà di energia tutto il molise..Sono state installate 2 turbogas della GE (General Electric) e una turbina a vapore della Siemens..In accoppiamento alle due turbogas ci sono due HRSG ( caldaie a recupero) della NECCT..
Il mio lavoro sarà commissionare la strumentazione di regolazione e controllo delle due caldaie..tipo di cablaggio, Rete Profibus..

martedì, settembre 20, 2005

"ODISSEA"


Odissea

L'onda sulla sponda fa schiuma
si sfuma
e' inutile buttare acqua sul fuoco come a Cuma
sole e' oro e argento e' luna
e il Vesuvio sulla costa fuma
e il vento porta zolfo e aroma
il golfo ispira il poema di una sirena
protagonista di questa odissea
mi diede le note come dote
con gli occhi come la notte
pelle come latte
mare come letto
ti canto questo sonetto che tratta di un ritratto fatto ad una dea
mi devi credere
Partenope e' piu' bella di Venere
e se e' una bugia bruciatemi perche' niente e' piu' fertile della cenere
non muore questa etnia e questo gene
e quello che mi scorre nelle vene
se poi muoio
si mischia terra e sangue
come il posto dal quale provengo
dove si miscela il magma con il fango
e quello che abbiamo e' il rango
e se non lo vedi...scava
tesori nel cuore come le stive sotto le navi
se vuoi capire Napoli eccoti le chiavi in mano e se entri
e' inferno e paradiso sacro e profano lotta tra Abele e Caino
chi fa i voti ai santi e chi ancora dom anda alla Sibilla sorte e destino
cultura greco-latina nella confusione tra fasti e fatti nefasti
questa gente mista
esalta gesta, pasta, casta e dinastia
filosofia e poesia
basta un'idea
e Napoli distrugge e crea.

Ne ho visti di posti giusti ma mai nessuno come questo
ne ho conosciuto artisti ai quali e' bastato inchiostro per descrivere
questa citta'
per farlo ci devi vivere
solo se le vedi, credi a queste meraviglie
il sole che corre per corridori di terra
urla e casino neanche ci fosse la guerra
lazzari e scugnizzi fuori a questi palazzi
arazzi dentro e panni stesi di un'altra razza fanno da bandiere all'esterno
ammira i tesori del passato
il rigattiere possiede un gioiello e non lo sa
se lo e' dimenticato
percio' adesso apri gli occhi
dimmelo tu specchio delle mie brame
qual'e' la piu' bella di questo reame
Napoli oggi, Palepoli ieri
qua l'aria profuma di storia
e che piacere tra questi quartieri
se senti le sfumature del dialetto
capisci questa terra con quanta gente ha fatto l'amore
quindi mi metto di notte con una stilo e dipingo il profilo di questo
confetto che affanna
e da quest'onde che bagnano le sponde
e dalla schiuma si crea
un altro poema come questa Odissea.

Accetta le gioie e pure le pene
questa e' la scena
fattene un'idea
ha la nomea
questo posto e' un'odissea
bene o male
verita' e bugie
va cosi' come deve andare
questa e' la filosofia

domenica, settembre 18, 2005

MOTEGI - GARA


I piloti del Ducati MotoGP Team Loris Capirossi e Carlos Checa regalano a Ducati il miglior risultato dall'esordio in MotoGP con la fantastica vittoria dell'italiano e il quarto posto dello spagnolo.

Capirossi chiude al meglio uno straordinario weekend iniziato ieri con la pole position e concluso oggi con il giro più veloce in gara e lo storico successo sul circuito giapponese. Quella di oggi è la seconda vittoria della Ducati in MotoGP e il decimo podio di Loris Capirossi in sella alla Desmosedici. Ducati e Capirossi entrano nella storia con la prima vittoria di un pilota italiano su una moto italiana su un circuito giapponese.

Oggi Capirossi è stato velocissimo sin dall'inizio della gara infilando una serie di giri veloci fino al magico tempo record di 1'47.968. Il suo desiderio di andare al comando l'ha spinto più volte a tentare il sorpasso su Marco Melandri, rischiando anche una caduta. Retrocesso al terzo posto, Loris ritorna subito in seconda posizione per poi passare in testa al diciannovesimo giro e conquistare la vittoria finale con un vantaggio di 1.479 secondi.

Carlos Checa, nono sullo schieramento di partenza, risale velocemente di tre posizioni per poi concludere la gara al quarto posto dopo la caduta di Melandri e Rossi, contribuendo così alla storica giornata del Ducati MotoGP Team.

"E' un risultato fantastico per tutte le persone coinvolte nel progetto" dichiara Livio Suppo, responsabile del progetto Ducati MotoGP "Vincere in Giappone ha un sapore particolare. Una vittoria è sempre una vittoria ma il successo di oggi significa ancora di più. Dobbiamo ringraziare Loris prima di tutto, perché ha guidato perfettamente in tutto il weekend, il nostro partner Bridgestone per averci fornito delle gomme dalle prestazioni eccellenti e tutte le persone che qui e a casa hanno contribuito al raggiungimento di questo successo. E' stato uno straordinario risultato conquistato dal pilota, dalle gomme e, naturalmente, dalla moto, che si è dimostrata molto competitiva. E' un sogno che diventa realtà! Anche Carlos ha fatto una buona gara e, anche prima delle cadute di Melandri e Rossi, non era lontano dai primi. Un ottimo risultato per il team, molto importante per il morale, in vista dei prossimi gran premi della stagione."

"E' stato bellissimo conquistare la vittoria oggi e a questo successo siamo arrivati con un crescendo di ottime prestazioni da venerdì a sabato" afferma Loris Capirossi. "Bridgestone ha fatto un lavoro straordinario qui a Motegi e le gomme si sono sempre comportate molto bene; anche in prova siamo stati sempre veloci per numerosi giri consecutivi. Il mio ritmo in gara è stato elevato e in alcuni casi sono andato oltre il limite cercando di superare gli avversari. Quando sono passato al comando, sapevo di essere più veloce di Max e sentivo che questa era la mia gara. E' grandioso vincere in Giappone sia per Ducati sia per Bridgestone."

"La cosa più importante è che siamo riusciti a fare dei buoni passi avanti" dichiara Carlos Checa."Abbiamo avuto qualche problema qui e a Brno ma siamo cresciuti molto nel corso del weekend. Sapevamo che le gomme avevano un ottimo potenziale ma non sono riuscito a sfruttarlo al meglio. Sono molto più felice della prestazione complessiva rispetto al risultato finale. Mi complimento con Loris la Ducati e la Bridgestone per il successo di oggi."

mercoledì, settembre 14, 2005

TERMOLI


















Queste che vedete dovrebbe essere la mia prossima destinazione lavorativa. Termoli nel molise sarà la mia dimora..per circa 8 mesi dovrò vivere in questa città turistica. Al largo del suo mare ci sono le isole tremiti.
Certo non è la costa rica e di certo non ci sono le onde di teahupoo..ma in fondo è meglio così e poi devo lavorare:)
Adesso non cominciate a piangere lo so che vi mancherò ma tornerò presto.. più bello, più forte e più ricco(d'animo s'intende:-p)

venerdì, settembre 09, 2005

Negramaro 'Vedrai Vedrai'... che Negramaro

Rocklab: In quale corrente ritenete più corretto inserire la vostra musica e in quale non vorreste essere inseriti?
Giuliano: I negramaro suonano rock. Qualcuno ha battezzato il nostro genere “emo-music” ed è una definizione che ci piace anche se le etichette non servono a molto. C’è una musica che viene da dentro ed è quella che parla nel linguaggio universale delle emozioni.


R: Quali artisti hanno influenzato maggiormente il vostro percorso artistico?
G: Sono molteplici le influenze che possiamo sintetizzare in un mix di tradizione cantautorale italiana (Tenco, Battisti) ed il concetto di band moderna ispirato ad esponenti come Doors, Radiohead, Pink Floyd. , contaminato di roots ed elettronica.
R: Cosa ha significato il passaggio alla Sugar?
G: Il nostro esordio discografico è avvenuto con la Sugar. Dopo le prime autoproduzioni era fondamentale lavorare con un’etichetta indipendente. Il fatto che Caterina Caselli sia prima di tutto un’artista non può che rendere ancora più armonioso il rapporto con la nostra casa discografica.
R: Qual è il vostro rapporto con la musica Salentina e con l’esplosione del reggae ?
G: Nei nostri brani non ci sono riferimenti espliciti alla tradizione popolare salentina, tuttavia nel nostro album si può ascoltare un antico scongiuro salentino recitato in vernacolo, mentre sul palco ci piace improvvisare un’ipnotica versione di Lu rusciu te lu mare. Ci portiamo dietro il nostro pezzo di salentinità! Siamo molto amici con i Sud Sound System. A Lecce c’è un gran fermento musicale e non si suona solo reggae.
'Vedrai Vedrai'... che Negramaro'Vedrai Vedrai'... che Negramaro'Vedrai Vedrai'... che


R: Com’è ricaduta la scelta sull’Immensità? E quale altra cover vi piacerebbe realizzare nell’immediato?
G: L’immensità di Don Backy è un brano che appartiene alla tradizione cantautorale italiana. Si tratta di una canzone che da piccoli, grazie ai nostri genitori, ascoltavamo ovunque anche senza avere per forza il disco o qualsiasi altro supporto magnetico… A un certo punto abbiamo deciso di “strimpellarla” in sala prove senza conoscere la versione originale e, in qualche modo, ce ne siamo “appropriati”! Ci piace molto interpretare canzoni di altri artisti, anche se in chiave strettamente negramaro. Una delle bellissime canzoni di Tenco, per esempio, potrebbe far parte delle prossime interpretazioni.
R: Il disco si chiude con la ripresa del brano Scomoda-mente, come nasce questa conclusione molto più elettronica rispetto al resto dell’album?
G: Durante la preproduzione del disco, Andrea, il pianista, aveva realizzato una stesura iniziale di arrangiamento elettronico con un loop di pianoforte che poi ha dato l’input per l’arrangiamento del brano vero e proprio. Ci sembrava carina l’idea di riprendere quel pezzo come ghost track perché in qualche modo ripropone delle atmosfere legate alla realizzazione iniziale del disco.


R: Alcuni dei pezzi dell’album fanno parte della colonna sonora del film “La Febbre”….come siete arrivati al cinema?
G: E’ stata un’esperienza nuova per i negramaro, molto interessante e stimolante. Ci siamo “affacciati” per caso su questo nuovo mondo, trascinati dall’entusiasmo di Alessandro D’Alatri, il regista, che ci ha dato carta bianca nella realizzazione della colonna sonora del film, perché innamorato di tutti quei brani nuovi che successivamente avrebbero fatto parte del nostro ultimo album. La maggior parte dei brani sono in versione acustica perché registrati direttamente sul set, a stretto contatto con gli attori, con la produzione, con tutto il cast e, indubbiamente, ogni emozione e atmosfera di quei giorni è stata tradotta in musica e rimasta inviolata nel film.


R: Con quale artista vi piacerebbe collaborare?
G: Siamo sempre stati aperti alle collaborazioni con altri artisti, l’ultima è stata proprio quella relativa all’ultima traccia del disco, con Paolo Fresu che ci ha regalato un prezioso assaggio delle sue innate qualità. Di solito ci lasciamo trasportare da eventi e occasioni che si vengono a creare nel nostro percorso artistico, che spontaneamente ci portano a intraprendere dei rapporti artistici con altri personaggi. Ma se proprio dovessi fare un nome, sarebbe interessante vedere i risultati di una collaborazione con Lorenzo Jovanotti! (Con quel bastardo comunista falso di merda nooooooooooooooo)

mercoledì, settembre 07, 2005

Il Gladiatore

E' morta una persona molto importante..sono appena tornato dal funerale. Come per gli eroi, anche a lui il destino ha riservato una morte tragica. Ti dedico questa canzone..
Ci rivediamo nei campi flegrei..
Ciao Nando..

martedì, settembre 06, 2005

lunedì, settembre 05, 2005

Le foto tanto attese



Ecco come promesso le foto del concerto dei negramaro...si commentano da sole!! Posted by Picasa

sabato, settembre 03, 2005


Massima espressione dell'amicizia e del senso di appartenenza al gruppo, il film colpisce per le scene mozzafiato di surf,accompagnate dal violino di "jeb" e per i sentimenti che attraverso il viaggio in messico si intersecano tra i vari personaggi. evidente analogia con i delfini, veri dominatori dell'oceano nonche' esseri intelligenti che parlano una loro lingua, vivono in gruppo nudi e si amano fino ben oltre la morte fisica! mistico! Posted by Picasa

venerdì, settembre 02, 2005


""Sto ascoltando la voce del mare, di questo mare,
quella melodia che sentiamo solo noi,
che esce dal tubo
sussurrandoti all'orecchio e sfiorandoti i capelli.
E se il tubo si chiude e tutto tace o tutto è un marasma
di voci e colori intorno a te
è solo il mare che ha voluto abbracciarti.
Sto aspettando...
Quando avrò trovato ciò che cerco mi fermerò, forse.
Il surfista vive sempre ed ha più della vita per vivere e viaggiare
e surfare ancora...
perchè è l'unico che scorrendo sull'acqua...
scorrerà come acqua." Posted by Picasa

giovedì, settembre 01, 2005

Belle foto ehh

Tutto questo e molto di più è stata la mia Estate 2005..
Se fosse un film la colonna sonora sarebbe quella dei negramaro..

Ridono perch� si mangia Posted by Picasa

DA GHIGO Posted by Picasa

E' arrivata la sera si va a mangiare Posted by Picasa